di Francesco Ricci
Dedicato a
tutti gli studenti cui ho dato
ripetizioni, e a tutti coloro che sto seguendo con il massimo impegno. Un
grazie dal profondo del cuore a voi tutti, per i momenti trascorsi insieme, con
l’augurio che il vostro futuro sia pieno di sogni e di felicità.
Introduzione
Il percorso universitario di uno
studente di architettura, cela molte insidie e ostacoli nel momento in cui ci si confronta con materie scientifiche come Statica, Scienza e Tecnica delle costruzioni.
Le ragioni di tutte queste difficoltà
sono tante, una fra le principali è senza dubbio quella di vederle come un
linguaggio lontano dal percorso
universitario e che deve essere principalmente oggetto di studio
dell’ingegnere.
Questa convinzione ha portato nel tempo
una buona parte degli architetti a trascurare l’aspetto strutturale, credendo
di poter fare incantevoli costruzioni senza aver presente tale componente.
A tal proposito, un giorno, mentre seguivo
i corsi all’università, il nostro professore di tecnica delle costruzioni, ci
disse una frase molto importante che mi aprì gli orizzonti: aver compreso la necessità di come sia la
struttura a condizionare il contesto architettonico.
Quando ho sentito quella frase, ho
pensato immediatamente alle cattedrali gotiche. Tutto il sistema nasceva
sovrapponendo tante volte a crociera, che nel loro insieme costruivano
un’ascesa verso il cielo, creando
all’interno delle cattedrali giochi di luce emozionanti.
L’idea di voler esprimere concetti e tematiche delle tre materie in forma
narrativa, senza dover ricorrere a laboriose dimostrazioni analitiche che ne stanno
alla base, non vuole minimamente sminuire il lavoro di ricerca svolto da tutti
i docenti che danno consistenza scientifica al settore disciplinare, ma è bensì un modo innocente per aprire le
porte anche a chi non è competente in materia.
Sulle
ali della felicità è un modo nuovo
per raccontare, in forma romanzata, alcuni punti di vista sulle materie citate.
La storia parla di Mario, un giovane
architetto neo laureato, che si è preso un anno sabbatico per esplorare il mondo, e inizia a scrivere
una serie di lettere a suo nonno, che non ha mai conosciuto perché morto subito
dopo la seconda guerra mondiale.
Alla fine della storia sarà possibile
trovare una versione illustrativa, dove ci saranno immagini e spiegazioni
divertenti, sulla complessità della Statica e non solo…
Non mi resta che augurare una piacevole
lettura a tutte le persone che si ritroveranno a leggere queste pagine.
Uno
Viaggio in Spagna
Roma- 10 aprile 2012- Aeroporto
Roma-Fiumicino, ore 11.00
Caro Nonno,
Fra meno di tre ore sarò finalmente in
volo per la Spagna, nella città nativa
di Pablo Picasso: Malaga.
Nell’attesa che arrivi l’ora per
l’imbarco, ho pensato di spendere un po’ di tempo in tua compagnia. Dicono che
scrivere ad una persona che porti nel cuore è il modo migliore per mettersi in
contatto con lei, perché può sentire le tue parole quando le leggerai in un
posto solitario.
Non so se sia vero tutto ciò, ma a volte
credere in qualcosa di un po’ fuori dalla normalità, rende briosa la vita di
tutti i giorni.
Mentre ti scrivo con la mia fida
stilografica, alcuni ricordi del tempo trascorso con i ragazzi a cui ho dato
ripetizioni in questo primo anno lavorativo, stanno rifiorendo nella mia mente
e mi stanno facendo sorridere, come il germoglio di un fiore che è pronto per
aprirsi e manifestare tutto il suo splendore.
Uno dei ricordi più belli, che conservo
con grande amore, è senza dubbio la felicità dei miei studenti.
Credo che la capacità di un buon
insegnante, non si dovrebbe soltanto misurare dalla sua cultura e da tutti i
risultati ottenuti di cui spesso si vantano una buona parte dei docenti, ma
dall’umiltà di saper mettere in discussione il proprio insegnamento, cercando
di appassionare e stimolare la curiosità degli studenti.
Sentirsi gratificati nel lavoro
professionale è sicuramente importante, ma essere un buon professore capace di
lasciare un ricordo nel cuore delle persone lo è ancora di più!
Purtroppo, caro Nonno, adesso ti devo
salutare. Lo speaker ha annunciato che gli sportelli per il volo diretto verso
Malaga, sono aperti.
Ti scriverò nelle terre della Spagna,
per esprimerti le mie impressioni e per spiegarti cosa insegno ai miei
studenti.
Ti abbraccio con grande affetto.
Malaga- 12 aprile 2012- ostello Oasis,
ore 20.20
Caro Nonno,
Sono trascorsi appena due giorni dal mio
soggiorno nella terra caliente[1]
della Spagna, ed ho vissuto così tante emozioni che voglio condividerle con te.
Prima di tutto, fin dal primo giorno che
sono arrivato, ho fatto amicizia con un
irlandese del nord. Lui si chiama Matt ed è un grande bevitore. L’ho conosciuto
l’altro giorno a notte fonda. Era in mutande, completamente ubriaco e privo di
lucidità. Urlava per strada a tutta la
gente che era di passaggio “I fott”[2].
Preoccupato per la sua incolumità, ho
deciso di riportarlo in ostello, parlando con la polizia spagnola e scusandomi
per l’inconveniente creato.
Il giorno seguente l’ho rivisto e gli ho
proposto una colazione a base di cappuccino e torta di mele; lui, con mia
grande sorpresa, ha accettato la proposta e da quel momento siamo diventati
grandi amici.
Successivamente siamo andati a vedere
insieme la cattedrale di Malaga, conosciuta come Catedral de la Encarnación.
Questa opera architettonica ha una
grande particolarità: la facciata è rimasta incompleta, a causa di alcune
vicende storiche che sono accadute quando è stata costruita.
Alcuni miei colleghi, probabilmente,
criticherebbero questo aspetto ma, a mio avviso, una cattedrale incompiuta
mostra ancora più minuziosamente l’operato intelligente dell’uomo.
Ho sempre voluto vedere dietro ogni
cattedrale uno scenario immaginario, dove uomini, ragazzini e maestri
costruttori lavorano tutti insieme con passione e cercano di tramandare qualcosa
alle future generazioni.
Insomma, in ogni cattedrale, prima
ancora di esserci la bellezza estetica e lo spiccato senso di altezza imponente
che se ne va verso verso il cielo, c’è
il ricordo racchiuso in ogni singola pietra, da migliaia di persone che hanno
versato il loro sudore per qualcosa che è ancora qui a simboleggiare le città degli uomini e lasciare ognuno di noi
pieno di stupita meraviglia.
Questo, infatti, è ciò che discuto
sempre con i ragazzi, quando affrontiamo un argomento della Statica molto
importante: l’equilibrio delle forze e il modo in cui gli antichi concepivano
la solidità di una struttura.
A proposito di statica, vorrei raccontare anche a te alcune particolarità di
questa materia, ma purtroppo il mio amico Matt è pronto per uscire e ti devo salutare.
Andremo a mangiare una specialità
culinaria di questo posto: le tapas, e poi Matt mi ha detto che stasera vuole
fare il latin lover con le spagnole, mostrando tutto il suo charme.
Spero solo che non gridi di nuovo per
tutte le strade della città “i fott” in mutante.
Malaga- 13 aprile 2012- spiaggia, ore
15.30
Caro Nonno,
come ti ho scritto nella lettera
precedente, oggi parlerò con te della Statica, ma prima permettimi di fare una
piccola digressione, per raccontarti un episodio molto divertente che è
avvenuto ieri quando sono uscito con Matt.
Siamo andati in un locale molto bello a
piazza Picasso, dove si riuniscono tutti i giovani che dormono nei vari ostelli
della città.
Abbiamo conosciuto due ragazze svedesi
molto belle. Se le avesse viste Luciano, uno dei miei migliori amici, mi
avrebbe detto che erano così belle da far resuscitare i morti.
Svanna, una ragazza svedese di 24 anni
che fa l’infermiera presso un ospedale a Göteborg, ha fin da subito mostrato un
certo interesse per Matt.
Cosi, noi quattro, dopo un’ora trascorsa
a chiacchierare del più e del meno, siamo andati in un parco pubblico dove l’ambiente
permetteva una maggiore riservatezza e intimità.
Ad un certo punto, nel pieno del
silenzio, sento un suono soave e afrodisiaco arrivare dalla parte di dietro di
Matt.
Gli era scappato un peto per l’emozione,
perché Svanna gli ha messo una mano sulla gamba, mostrando un certo interesse
per lui.
Morale della favola: Svanna ha saputo
stemperare l’animo irrequieto di Matt, andando oltre, e continuando a mostrare
un certo interesse per lui.
Quanto a me… beh non scrivo oltre perché
sulla sfera intima sono molto riservato.
Bando alle ciance, adesso è finalmente
arrivato il momento di parlarti della statica!
La statica, prima di tutto, è un settore
specialistico della fisica, che ha come obbiettivo quello di capire il
comportamento e la solidità di un corpo quando ci sono forze che agiscono su di
esso.
Per farti un esempio stupido: immagina che
io ponga una mia mano su un bicchiere.
La mia mano sarebbe la forza, che pur
esercitando una certa pressione sul bicchiere, continua a restare in equilibrio
e a non subire nessun cambiamento.
Ebbene, l’obbiettivo della Statica, è
quello di capire, sulla base di questo esempio elementare che ti ho appena accennato,
perché un corpo, pur essendo soggetto ad una serie di forze, resta in
equilibrio.
Naturalmente, per comprendere questa filosofia di pensiero, bisogna prima di tutto introdurre gli elementi che ci permettono di delineare gli ambiti
della materia.
I punti principali, caro Nonno, su cui impostare un
discorso articolato per entrare nei meandri della statica sono quattro:
1)
Concetto di forza
2) Grado di libertà
3) Vincoli
4) Equazione fondamentale della statica.
Concetto
di forza
L’avventura di uno studente
universitario, timoroso dell’ignoto che lo attende all’orizzonte, inizia con l’introduzione
del concetto di forza.
Come possiamo esprimere in termini
fisici la forza?
Devi sapere, caro Nonno, che ogni
materia ha un suo linguaggio di comunicazione: l’avvocato utilizza termini
tecnici specifici che non ricorrono nella realtà comune, così come il filosofo
esprime un concetto avvalendosi di modelli linguistici particolari e così via.
Anche la fisica, come la matematica o la
chimica, ha una sua lingua specifica, con la differenza che non ci sono parole
o termini tecnici, ma modelli e formule.
Formule che magari appaiono alla maggior
parte di noi incomprensibili e prive di ogni significato, per tutta una serie
di false convinzioni e di pregiudizi che ci portiamo appresso da sempre.
La verità è che dietro queste espressioni,
si nasconde una realtà incantata, che
aspetta di essere scoperta da ognuno di noi, per aumentare la nostra curiosità
verso il mondo.
Insomma, per non allungare troppo il discorso, il modello fisico atto a rappresentare la
forza si chiama vettore.
La forza quindi, possiamo definirla come
un’entità fisica, che produce in un corpo uno spostamento, una deformazione o entrambe le cose.
Naturalmente, occorre indicare anche
quali siano i caratteri che contraddistinguono la forza, altrimenti quanto
detto sarebbe poco significativo.
E come se un contadino, desideroso di
lavorare nella terra, fosse privo di una zappa, di un rastrello e di una pala,
che sono i mezzi più importanti con cui arare.
Ebbene i caratteri che definiscono una
forza sono tre:
1)
Modulo o intensità: ci fa capire quanto sia grande in termini dimensionali la forza.
2) Direzione : dove si sta dirigendo la forza
3)
Verso: il
punto ben preciso in cui si sta concentrando
la forza.
Per concludere quindi, il vettore, primo concetto che rappresenta la
base della Statica, viene definito, sulla base dei tre elementi scritti
pocanzi, forza applicata.
Nella realtà possiamo trovare numerosi
esempi di questo tipo: una macchina che viaggia in autostrada, la freccia
lanciata con l’arco, l’ascensore che sale ai piani superiori e così via.
Sulla base di quanto detto, posso adesso
esporti il secondo punto principale:
Grado
di Libertà
Lo spostamento che subisce un corpo per
effetto della forza si chiama grado di
libertà, che può essere di tre
tipi:
1)
Traslazione
orizzontale
2) Traslazione verticale
3) Rotazione
Mi
rendo perfettamente conto, caro Nonno, che quando si introducono concetti
nuovi, possono iniziare a nascere numerose difficoltà.
Una delle principali è senza dubbio
quella di non riuscire a trovare nessun riscontro con la realtà, vedendo
discipline di questo tipo come pure
astrazioni, noiose e pedanti.
La verità, è che la fisica e la
matematica individuano leggi generali basate su convenzioni e che, la maggior
parte delle volte, stentano a trovare un
reale legame, un senso concreto. Sono, insomma, troppo astratte.
Se ti stai chiedendo perché costruire e
seguire teorie come queste, la risposta è molto semplice:
perché dietro queste discipline si
nasconde un mondo misterioso che può
stimolare ognuno di noi, alla ricerca di nuovi concetti, nuove idee e valori
che ancora devono essere portati alla luce.
Mi dispiace dover interrompere questa
piacevole discussione, accompagnata da un soave suono delle onde del mare, che
mi hanno tenuto compagnia per tutto questo tempo, ma purtroppo devo andare.
C’è Matt che mi sta chiamando con
impazienza. Spero non abbia combinato
qualche altro guaio!!!
Ti abbraccio con grande affetto.
Malaga-
14 aprile 2012- ostello Oasis, ore 20:00
Caro Nonno,
Prima di introdurre il concetto di vincolo e capire il ruolo che
svolge nella definizione dell’equilibrio
di un corpo, voglio raccontarti una
bellissima notizia che mi ha riempito il cuore di gioia.
Da molto tempo, mi scrivo con una
ragazza russa originaria di Sochi, che da un paio di anni vive a Mosca.
La chiamo sempre Principessa, perché è
bella come il sole, gentile, elegante e raffinata, come poche donne sanno
essere oggi.
Nel pomeriggio, quando ero al bar per sorbre
il solito cappuccino, mi è arrivato un
suo messaggio, in cui mi ha scritto che finalmente aveva finito tutti
gli esami universitari e mi aveva ringraziato di esserle stato sempre vicino.
Avrei voluto condividere questo momento
così importante con lei! Anche se viviamo molto lontano, è stupendo sapere che,
da qualche parte nel mondo, c’è una persona che ti pensa, che vuole condividere
qualcosa della sua vita con te come, per esempio, un messaggio per darti la
buona notte.
La penso spesso, e qualche volta mi
chiedo come sarebbe bello se anche io potessi vivere in Russia.
Le farei tante sorprese e le regalerei tanti sorrisi, perché lei è
bella specialmente внутренне[3].
Quando un
uomo conosce donne così belle come lei, è la persona più fortunata del
mondo.
Sono donne
stupende, che hanno bisogno di trovare una persona a cui dare tanto amore e
tanta felicità.
Ho voluto
scriverle alcune parole perché un giorno forse, anche lei si ritroverà a
leggere questo capitolo e o resterà stupita, o mi vorrà uccidere.
Ma adesso,
tornando a noi, è arrivato il momento di riprendere il discorso che stavo
argomentando con te, prima che Matt mi chiamasse.
Dunque
eravamo arrivati al 3°punto, quello relativo ai vincoli.
Se
l’obbiettivo della Statica è quello di dello studio della solidità di un corpo, quando ci sono forze
che agiscono su di esso, è ovvio che deve esserci uno strumento che ci possa
far esprimere una tale condizione.
Ebbene,
caro nonno, questo strumento è rappresentato dai vincoli, che sono degli amici molto simpatici, alle volte un po’ birichini
e un tantinello spiritosi, ma che sono indispensabili per mettere in pratica quanto detto pocanzi,
poiché hanno lo scopo di impedire i tre gradi di libertà.
Negli
studio sia soliti dividerli in tre
categorie:
-
Semplice
: un solo grado di libertà impedito.
-
Doppio:
due gradi di libertà impediti.
-
Triplo:
tutti gli spostamenti impediti.
Per fare
in modo che tutto questo discorso non risulti pedante e noioso, ho preferito
lasciarti delle pagine scritte a mano che troverai alla fine di queste lettere.
Ci sono
momenti in cui non posso fare a meno di prendere la penna e lasciarmi
trasportare dalle emozioni che sento toccando la carta bianca.
Credo che
per ogni architetto sia indispensabile prendere in mano una matita e lasciarsi
trasportare dalle proprie emozioni.
Non
importa se ciò che viene fuori non è un’opera d’arte. Quello che conta in ogni
caso è disegnare, fare!
Una penna
e una carta bianca possono aiutare a metterti in contatto con il tuo mondo
interiore, per far emergere le tue idee più nascoste, o aspetti del tuo
carattere che non hai mai conosciuto fino ad ora.
Tutto ciò
è estremamente importante, perché se il nostro studio lo affidassimo
esclusivamente al computer, verrebbe meno la nostra sensibilità nei confronti
della realtà che abbiamo attorno a noi.
Vorrei
tanto raccontarti l’ultimo punto indispensabile da apprendere per gli studi
della Statica, ma si è fatto tardi e devo andare.
Mi aspetta
una lunghissima notte!
Malaga- 15 aprile- promontorio panoramico, ore 5.30
Caro
nonno,
Mi trovo
nel punto più alto della città, e sto aspettando, in compagnia dei miei amici, che sorga l’alba all’orizzonte, per
immortalare questo magico momento.
Ho trascorso
una fantastica serata in compagnia di Matt (che adesso dorme beato tra le
braccia di Svanna) e di tutte le persone
che hanno reso speciale questa esperienza.
Purtroppo
fra qualche ora dovrò andare all’aeroporto per tornare in Italia, ma sono stato
davvero contento di aver conosciuto così tante persone con cui ho potuto
condividere qualcosa di speciale.
Nell’attesa
che arrivi la luce del giorno, voglio raccontarti il 4° punto principale della
Statica, accompagnato da un bellissimo cinguettio degli uccelli che riecheggia
nell’aria e rende l’atmosfera ancora più magica.
Dunque, il
quarto punto si chiama equazione
fondamentale della statica.
Che cos’è
un’equazione? Perché esiste? Perché trascorrere ore di studio con le equazioni
e non uscire con una bellissima donna, come Svanna, ragazza svedese che con la
sua bellezza ha risvegliato l’apparato digestivo di Matt?
L’equazione
è la forma più romantica che possa esserci nella matematica… L’equazione non è
altro che uno strumento che ci orienta in una direzione ben precisa e ci fa
capire che tipo di discorso stiamo impostando.
E come se
fosse una bussola che, in mezzo a un grande oceano, ci fa capire dove si trovi
il nord.
Nella
statica un particolare tipo di equazione
ci aiuta a capire che tipo di struttura stiamo affrontando e si esprime nel
seguente modo:
3t-s= l-i
La prima
parte viene sempre messa in pratica, mentre la seconda ci illustra quante
incognite bisogna affrontare.
Se il
risultato 3t-s<0 la struttura si
dice Iperstatica.
Che cos’è
una struttura Iperstatica?
È una
struttura dove ci sono tanti vincoli più del dovuto.
Se invece 3t-s>0 la struttura si dice Labile,
cioè che non è in equilibrio ma è soggetta a dei movimenti.
Nella
realtà troviamo tanti esempi di strutture che si muovono come: l’altalena, il
dondolo per bambini, il treno.
L’ultimo
caso che può avvenire con l’equazione è quando 3t-s=0 ; in questo caso, la struttura si dice Isostatica, cioè che
sta in equilibrio.
Bisogna
fare, caro nonno, un’importante precisazione a riguardo.
La
condizione 3t-s=0 si dice necessaria
ma non sufficiente, perché possono esserci casi in cui i nostri cari amici
vincoli, non fanno il loro dovere.
Su questo
punto, ho scritto ed approfondito ulteriori aspetti nella versione
illustrativa.
Inizio a
vedere i primi raggi di sole spuntare all’orizzonte.
Ogni volta
che vedo un’alba o un tramonto è sempre un’emozione unica.
A volte
sogno di essere un bambino e di trovarmi con te che mi tieni per mano, mentre
guardiamo insieme il sole da un promontorio panoramico.
Vorrei che
quel sogno durasse un eternità, per stare li con te sempre…
Nell’aereo- 15 aprile, ore 12.00
Caro Nonno,
Quando si
conclude un viaggio, in genere, si torna nella propria città tristi e
malinconici.
Molti la
chiamano “depressione post viaggio”, e dicono che duri anche molto tempo.
Io non
credo che sia così triste il rientro, anzi…
Quando
torni da un viaggio, porti con te un’altra valigia, che a me piace chiamare la valigia dei ricordi.
È una
valigia un po’ particolare in cui metti dentro tutte le persone e tutti i
momenti che hanno reso speciale questa esperienza.
Viaggiando,
impari ad apprezzare meglio la realtà che hai davanti a te, perché tutto
diventa una riscoperta: il quartiere in cui vivi, le tradizioni locali, i posti
più importanti della tua città, non sono più i soliti luoghi che spesso passano
inosservati, ma un punto di partenza per riscoprire te stesso.
A
proposito di scoperta, posso decisamente confermare che viaggiare da soli è uno
delle esperienze più belle e affascinanti che si possano fare nella propria
vita.
Ti
dimentichi del luogo in cui sei nato e diventi cittadino del mondo, desideroso
di conoscere tutto ciò che è diverso dalla tua quotidianità e soprattutto,
inizi a esprimere la tua autenticità.
Essere
autentici è quanto di più bello ognuno di noi possa mostrare a quell’affascinante
mistero chiamato vita.
Con
l’autenticità non hai paura di mostrarti al mondo per come sei e puoi fare in
modo che attraverso i difetti impari a far uscire fuori il lato più bello che
se ne sta nascosto dentro di te.
Mentre ti
scrivo queste parole, un raggio di sole che penetra dal finestrino dell’aereo,
illumina il posto in cui sono seduto e non posso fare a meno di guardare
l’immenso paesaggio che scorre davanti ai miei occhi.
È cosi
bello guardare il mondo dall’alto!
Ti da un
senso di libertà e ti fa capire che ci sono così tante cose attorno a noi, che
bisogna solo scoprirle ed essere sempre pronti a volare verso nuovi orizzonti.