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ebook di ArchigraficA

sabato 22 febbraio 2014

Gialappa's la finite di dire stupidaggini?


Non vedo il festival di Sanremo per principio. Da quando ero piccolino e Nilla Pizzi (grandiosa) vinse con "Grazie dei fior". 
Dunque roba quasi anteguerra. 

Il festival allora aveva un senso: univa l'Italia da Nord a Sud dopo una guerra devastante. Ricordo mia madre che la cantava. Aveva una vocina intonata. 
Altre epoche, altre serietà, altre canzonette. 
Il resto, quello che è venuto dopo, lo reputo una vera schifezza. Mia opinione personale, ovvio. Ma come si dice "de gustibus". E parecchi ancora si ostinano a seguirlo e a sorbirsi personaggi non facili da digerire se non dopo un'abbondante dose di bicarbonato e limone, come gli attuali presentatori tuttofare. (Basta che mi pagate, sembrano dire, faccio tutto, svendo ideologie facili, dico battute cretine, canto e faccio anche la scimmia ammaestrata, con tutto il rispetto per le scimmie, ovvio).
Mi viene dagli amici di FB una sollecitazione a qualificare i Gialappa's o come caspita si chiamano. Mi pare si tratti di un trio di sfasolati che commentano - secondo loro in maniera spiritosa (?) - varie cose, tra cui il festival. E mi pare uno dei suoi vincitori, napoletano. Battute stupide, allusioni, che metterei tutte assieme (quelle della Littizetto, tifosi ultra contro il Napoli, "Vesuvio fa tu, Lavali tu, Ma quando lo fai, ecc.). Il grave non è che alcune tifoserie (fatte di gente che a stento sa scrivere la propria firma, o che confonde Le Corbusier con una famosa marca di cognac o che crede "L'uomo senza qualità" sia una marca di famosi abitini made in China con stoffette di risulta) si comportino male. Il grave è che presentatori e "comici" (?) si comportino in maniera analoga. Rimanderei tutto al mittente. E ricorderei loro che i napoletani sono quelli delle Quattro giornate, quelli del Regno migliore del Settecento, della Capitale terza in Europa dopo Parigi e Londra. Ma sarebbe un discorso scontato. E ai Gialappa's non vale la pena farlo. Allora mi limito a dire loro che li aspetteremmo a Napoli per insegnare loro un po' di buona educazione, mostrargli la bellezza del nostro popolo gentile, la grandiosità dei nostri musei, la squisitezza della nostra tavola, la ricchezza sconfinata dei nostri musicisti e dei nostri attori, la bellezza del nostro teatro di tutti i tempi, le ineguagliabili qualità della nostra Lengua Napolitana che loro si ostinano a stroppiare senza alcun ristegno e, tra le altre cose, faremmo di tutto per convincerli a non comportarsi più come altrettanti pezzetti di una sostanza non proprio odorosa che in genere gli uomini tendono a nascondere quando la producono, in stanzini chiusi, circondati da rigiole e ben areati. Non si conviene alla gente perbene comportarsi come dei veri pezzi di merda come hanno fatto loro. Scusate, alla fine, mi sono lasciato prendere la mano e sono diventato volgare. Ma sapete coem si dice a Napoli: quanno ce vo', ce vo'.
Ma poi mi chiedo: ma chi so' sti Gialappa's? Già il nome la dice lunga. Ma si trattasse di una bevanda sciaquapanza in grado di produrre quella sostanza di cui sopra?