Libri e letture
di Giacomo Ricci
Non mi sono mai considerato un buon lettore. Per molti motivi. Il primo, forse il più importante, è che difficilmente porto a termine una lettura. Le spiegazioni che tento di darmi sono due. La prima è che, dopo un po’, la lettura di alcuni testi mi annoia. Perché non m’interessa o, peggio, non ci trovo quello che mi aspettavo. Tutte le promesse che l’oggetto libro mi ha fatto, l’aspetto esteriore accattivante, il titolo, le recensioni, quello che si dice in giro, la quarta di copertina, non si trovano nel testo. Così, senza farmi troppi problemi, abbandono la lettura. Però un leggero senso di colpa mi prende. E non mi abbandona se non dopo un certo tempo. Ma è pronto a rinnovarsi non appena capita che qualcuno mi chieda se ho letto o no proprio quel libro.
Mi confondo, forse arrossisco, provo a dire, a malapena, un “l’ho cominciato …”. Non riesco a controbattere al mio interlocutore che mi tesse le lodi dell’autore e, con eleganza, mi sta dicendo che, in pratica, sono uno stronzo a non averlo letto ancora. E che cosa aspetto?
Ci rimango, come si dice, come un allocco. E col senso di colpa che, ovvio, torna tutto a galla.
A volte, tornato a casa, ripesco il libro. Mi metto di buona volontà a riprendere il testo. No, dopo un po’ non ce la faccio. Effettivamente è una schifezza. Affanculo l’autore, quello che mi ha detto che ne valeva la pena. E allora rimpiango anche i soldi che ho speso e il posto in biblioteca che quella schifezza pretende e la quota parte di polvere che mi costringe a sopportare. Perché io dormo dove sono i miei libri. Una quantità considerevole. Ho perso il conto. Ma stanno tutti lì. Quando hanno avuto accesso al mio spazio, non vanno più via. Non ho il coraggio di disfarmene. Ed ecco perché sono un convinto fautore di ebook, libri digitali. In questi casi il file che non ci piace finisce su un hard disk esterno al computer, al kindle o ipad e chi s’è visto, s’è visto. Senza rimpianti.
Il secondo motivo è che spesso mi capita di comprendere, fin dalle prime righe della prima pagina, le tesi dell’autore. Capisco, come si dice, dove il testo vuole andare a parare. Così, vuoi o non vuoi, perdo interesse, abbandono la lettura. Stavolta però senza sensi di colpa. E’ un testo banale quello che si scopre subito. Affanculo senza pietà. Stupido, banale, inutile.
Inutile dire che penso sempre di sbagliarmi. Che le intuizioni in base alla equali faccio le scelte di cui ho detto possono essere completamente sbagliate. Quindi il senso di colpa generale, complessivo rimane.
Quand’è che sparisce? Quando riesco a portare a termine una lettura.
E, chiederete, quando capita?
Quando ci sono costretto per motivi di lavoro o di studio. In quei casi si tratta di un mio dovere. Ma per fortuna avviene poche volte.
Tutte le altre volte mi succede di terminare una lettura con un senso di soddisfazione. Si tratta dei libri che mi piacciono, la lettura dei quali mi appassiona. Di questi conservo il ricordo, quasi sempre. E anche quando ne dimentico i passaggi, tutto quello che ci appare in una lettura ravvicinata e “fresca”, ne conservo un ricordo complessivo soddisfacente, gradevole. Rimane un’impressione nell’anima. Gioia, divertimento, dolore e, ancora preoccupazione. Questi alcuni dei sentimenti che si associano a una lettura per me importante. Esempi? Divertimento e gioia con I tre moschettieri o Il corricolo di Dumas. Dolore e angoscia con La metamorfosi di Kafka. Partecipazione e ansia metafisica con I quaderni di Malte Laurids Brigge di Rilke. Amore, serenità e un velo di leggera malinconia con La passeggiata di Walser. Partecipazione preoccupata con Gomorra di Saviano. A volte capita che questi sentimenti siano mescolati perché lo scritto è vibrante, vivo, vero, pulsante e - come dire? - aderisce al mio modo di sentire.
Cercherò qui, a poco alla volta, se mi riesce, di parlare di libri che ho letto e che appartengono a quest’ultima categoria. E di spiegare, con semplicità, perché. Ognuno di noi ha dei libri che ama e che, si accorge, lo accompagnano perché sono sempre aderenti a quello che ci capita ogni giorno, ci indicano come fare, ci aiutano o ci aprono gli occhi.
Questi sono i soli libri che dovremmo avere in biblioteca.
Perché non mi accompagnate in questo percorso mandando le vostre impressioni su un libro che vi ha particolarmente colpito?