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ebook di ArchigraficA

lunedì 8 agosto 2011

Pietre di fuoco come guida a Napoli per una ... parigina



di Michèle Oceane


Ecco , il libro è letto.

La lettura è stata molto interessante.
Non ho l’abitudine di leggere dei gialli, ma devo dire che questa è piacevole; ha captato la mia attenzione fino alla fine.
Quello che mi ha colpito, è la ricchezza dei riferimenti storici. Per il lettore è una fortuna  potersi tuffare nella storia. Scoprire  luoghi,  chiese,  statue,  monumenti, e  aneddoti dei quartieri storici di Napoli. Mentre leggevo, avevo la sensazione di “stare” nel libro fra i personaggi, indagando anch’io il mistero dell’uomo ucciso, “l’acefalo”, respirando, anch’io, l’atmosfera della cappella, incontrando gli abitanti, ascoltando  la loro voce ...
Il libro mi ha riconciliata con Napoli. L’ignoranza spesso fa nascere, dentro  di noi,  idee preconcette che non hanno alcun legame  con la realtà. Perciò, mi sembra che l’insegnamento e gli scambi siano essenziali. Dobbiamo cercare di imparare sempre per conoscere meglio il mondo che ci circonda, senza far prevalere  i pregiudizi che spesso sono falsi. A volte non sono falsi   ma suggeriti  da fatti contingenti, vissuti realmente da una persona in un istante particolare.  Ma per un’altra persona che non ha vissuto quello stesso  momento, a suo parere , la realtà avrà un altro volto!
L’arte è un linguaggio. Chi sa commuoversi di fronte a un’opera d’arte saprà comunicare con un’altra persona, sensibile  all’arte, anche se si tratta di uno straniero,  senza parlare la sua lingua. Dopo l’ammirazione  nasce la felicità di aver visto la “Bellezza”, (in francese  avrei detto “le Beau = il Bello”e non: la bellezza= la beauté) ... Il  “Bello” è un insegnamento per tutti; ci guida verso il vero cammino di vita, forse... L’uomo, la natura, l’Arte: tutto questo è un mondo complesso.
Con l’arte non ci sono più né confini tra gli uomini , né la barriera della lingua.
Invece  vi ringrazio per il vostro aiuto  che mi ha fatto capire tutte le parole del libro. Poco a poco mi sono sentita a mio agio con il vocabolario napoletano,  tradotto da voi, fino a che, a volte, credevo di capire  leggendo direttamente il libro ...
Ancora una cosa il libro mi ha offerto: grazie alla nostra corrispondenza, ora penso di  poter immaginare, comprendere meglio quello che gli italiani provano quando sono obbligati  a parlare una lingua unica, nonostante  esistano, in Italia,  molte lingue locali. Tutte queste lingue hanno la loro ricchezza e quando bisogna abbandonare la propria lingua materna non deve essere facile. Spesso non è possibile tradurre e rendere il senso di una parola esattamente ...
Mi sembra, con  la lingua napoletana, ritrovare un po’ quello che ho vissuto  nella mia vita. Mia madre aveva origine spagnola e mio padre, italiano. A casa nostra  sentivo a volte , in  molte occasioni, delle parole  del  “dialetto” di ciascuno di loro. Ricordo il loro sorriso quando usavano quelle parole e la loro soddisfazione quando erano consapevoli di aver trovato la parola giusta per esprimere un’idea o un sentimento che il vocabolario francese non poteva tradurre.
I miei genitori erano di cultura  mediterranea, i loro genitori li avevano educati in certi modi di  comportamento,  a parlare con il sorriso, a cantare, ridere,  festeggiare malgrado le vicissitudini  della vita; forse ho ritrovato questo nella lettura di Pietre di Fuoco. A Parigi... è diverso. Avevo dimenticato...
Mi è piaciuto molto il libro perché ci ho trovato  ricordi mai vissuti... ricordi di persone mai conosciute... ricordi di una lingua mai imparata...
E’ una lettura che mi è molto piaciuta perchè ho imparato molte cose. Adesso ho  voglia di visitare Napoli con occhi nuovi, ho  voglia di guardare il passato della città e anche i suoi “fantasmi”. Ho  voglia di conoscere meglio il contesto ambientale  e le persone che ci vivono.
Per caso, avevo  scelto di fare una tappa da voi  durante il viaggio, per metà   turistico, e per metà un pellegrinaggio nella terra di mo padre ...
Grazie mille per la vostra gentilezza, per il vostro aiuto.
Grazie mille Giacomo  per il libro. Grazie mille per averlo scritto. Grazie mille per avermi insegnato ad aprire gli occhi e il cuore.

Michèle.