segnalato da Claudio Cajati
Oliviero. blogoautore: A ciascuno il suo (link all'articolo di "Repubblica").
"Come certi sentieri o strade secondarie che sembrano non portare da nessuna parte e invece finiscono sempre dove non volevamo andare ma avevamo bisogno di trovarci, così è per la letteratura. Salvatore Ferlita ha messo insieme una guida di questi sentieri poco battuti, un’antologia di scrittori siciliani per forza di cose chiamati minori, dimenticati, eppure un tempo letti, pubblicati e approdati quasi sempre in prestigiose collane di case editrici nazionali. Le arance non raccolte l’ha intitolata, un’espressione che racchiude tutta l’inevitabile malinconia delle cose lasciate in balia del tempo.
Vi si trovano le donne di Livia De Stefani fatte precipitare nel buio della colpa, il disarmato Gesù Cristo di Antonio Russello che si arrende a una terra troppo dura anche per lui, le solfatare pianeti cavi di Nino Di Maria, il comunismo speranza ultima del più rassegnato quarto stato del mondo di Angelo Petyx, le righe mistiche di Angelina Lanza. Poi Umberto Domina, Mino Blunda, Sebastiano Addamo, Eugenio Vittarelli e tanti altri. Tutti siciliani ma non per questo provinciali se può bastare, se non questa antologia, il giudizio che di molti di loro diedero a loro tempo Sciascia e Vittorini.
La Sicilia in questo ha di grande, anche quando tratta di minori, che ha sempre la vocazione di usare se stessa come metro del mondo, perché in poche parti del mondo le cose si mostrano con tale evidente violenza. E molto raramente si ha bisogno per far fronte a questo di un tale grado di speculazione. Al punto che per descrivere il mondo visto dalla Sicilia serve sempre un velo da stendere sulla realtà, una metafora, un insieme di metafore e quindi la letteratura. Che poi non si parli di letteratura attuale è tutto tranne che un difetto. Quante volte si ha occasione di essere di questi tempi così generosamente inattuali?"