di Lucia Guarino
Salve professore.
Ho pubblicato un link, riguarda la notizia di
un commerciante che, ribellandosi, decide di far risparmiare del 21% i suoi
clienti, ma di non pagare più l'iva. Da lì é partita una
"discussione" con un mio collega dell'università, il quale reputa
l'atto di quest'uomo privo di senso ed "incivile". Dopo che ho
risposto e dato la mia interpretazione della faccenda, mi é venuto in mente
Lei. Cosa ne pensa? Intuisco il suo
parere, e se dovessi scommettere già saprei su quale numero e quanto puntare.
Ma meglio non mettere la mano sul fuoco, se no va a finire che
"m'appiccio"!!! Ad ogni modo, mi interessa sapere di più, sapere
PRECISAMENTE Lei cosa avrebbe da ridire a riguardo!!! Perché so che sarebbe
ancora più capace di me ad evidenzare determinati concetti. Se Le interessa
rispondermi, Le dico dove pescare la discussione: é il secondo link del mio
diario di Facebook, e sotto al link ci sono i commenti, miei e del mio collega.
Le basta cliccare sul mio nome ed accederà al mio diario..ma credo che Lei questo
già lo sappia spero in una Sua risposta.
Grazie mille, e scusi comunque del
disturbo.
Una risposta
di Giacomo Ricci
La tua domanda è, oggi, tanto importante da meritare una
risposta articolata che non so se sono
in grado di darti.
Mi spiego subito. E’ evidente che, per temperamento, sarei
subito della tua opinione e dalla parte del commerciante che, stufo degli
abusi, decide di “mettere lo Stato fuori dal suo negozio” e fare di testa
sua. La risposta è immediata, anarchica,
strafottente (nel senso buono del termine), coraggiosa. Ma la conseguenza
immediata che l’azione del commerciante genererà, temo, è solo quella di una ritorsione, e nemmeno
tanto garbata, delle istituzioni contro di lui. Sarà dichiarato evasore e
scatteranno, di conseguenza, i provvedimenti e le ritorsioni del caso. Ci
saranno molti che apprezzeranno il suo gesto, sul piano emotivo. Ma
moltissimi (e credo la maggioranza) saranno contro come il tuo amico con il
quale ti sei cimentata nel tuo contraddittorio.
Io, ripeto, sono dalla tua parte, a sentimento, istintivamente.
Ma poi devo ragionare. Perché le proteste isolate non portano a nulla e perché
non è giusto che il coraggio si trasformi in sconsideratezza.
Noi possiamo decidere anche di fare la fine che desideriamo. Di
andare in malora per un gesto dimostrativo.
Ma quanti ci seguiranno? E soprattutto, ripeto, quanto ci
capiranno? E le persone che saranno coinvolte? Se uno ha famiglia le tasse, le
multe (salate) che saremo costretti a pagare non si ritorceranno contro i
figli, contro il coniuge?
Ecco quella chr tu chiami “timore”. Viene dall’esperienza della
vita che c’insegna che nulla di buono scaturisce dalle azioni avventate.
Perché le azioni dimostrative servono per fare riflettere gli
altri, per fare proseliti, per fomentare la protesta.
Allora devono essere guidate da una strategia, accompagnati da
un’azione politica.
E qui sono al dunque della situazione.
Che lo Stato italiano, oggi, sia in molti casi ingiusto è un
dato di fatto incontrovertibile. Che lo sia nei confronti di artigiani,
imprenditori (soprattutto piccoli e medi) e commercianti è del tutto evidente.
Che noi si debba prendere una decisione collettiva è altrettanto necessario.
E allora?
La risposta non è né semplice, né immediata.
Perché abbiamo di fronte alcune evidenze:
1) lo Stato è gestito, spessissimo, da persone incompetenti. Ne hai un esempio sotto gli occhi, i tuoi professori universitari. Non tutti ma una buona fetta.
2) La classe politica è talmente corrotta e incapace e strafottente
(stavolta in senso totalmente dispregiativo) che qualcuno l’ha chiamata “casta”
per evidenziarne privilegi immeritati, prepotenze e abusi. Quasi tutti.
Eppure il nostro popolo non approfitta dell’unica opportunità
che ci è data in democrazia: mandarli via, fare pulizia.
Su questo non si può non essere d’accordo con Grillo & soci.
Tant’è che io ho votato per il Movimento 5 stelle. Ma me ne sono subito
pentito.
Perché non ci vedo giusto, alla fine i lorp comportamenti non mi
piacciono. Trovo detestabili e vuoti i loro rappresentanti, la Lombardi e
Crimi. Due personaggi di cui non discuto
la buona fede. Ma oggi, per risolvere i mali dell’Italia ci vuole ben altro che
buona fede. E soprattutto quella detestabile supponenza. Il fatto di aver
dettop, in un dialogo politico così importante con Bersani, “Qui stiamo a
Ballarò” è di una tale stolida ignoranza, di una tale arrogante cretinaggine,
di una sconfinata impreparazione che rende detestabile, insopportabile,
violenta, fascista, arrogante e quanto di peggio mi può venire in mente chi le
ha pronunciate. Definirla “cammarera” in senso seicentesco, colei che prendeva
i canteri pieni di piscio del signore dalla camera da letto e li sversava a mare
è addirittura complimento rispetto alla reale portata intellettuale della
detestabilisima signora che si è permessa, di fronte a tutti gli italiani di
uscirsene con quella malaugurata affermazione.
Ci vuole, al contrario, un’azione politica consapevole, preparata,
onesta, affidabile, capace, competente.
E sono al nodo della questione.
Quanti giovani, oggi, che dovrebbero essere la speranza di una
nazione, hanno oggi consapevolezza, impegno, preparazione, competenza per
scalzare la classe politica vecchia?
Qual è l’impegno collettivo e dove è situato?
Io, per quanti sforzi faccia, nelle aule universitario non lo
vedo. Vedo una massa di giovani che mi fanno tenerezza, e per certi versi mi
fanno stare un po’ in pena per il destino che li attende, ma non provo nessun
compiacimento. Li vedo, complessivamente, assenti, abulici, strafottenti,
legati al loro piccolissimo problema personale, vuoti e incapaci di un agire
collettivo coerente, intelligente, dignitoso, che pretende rispetto e
giustizia.
Ecco, l’ho detto. Senza peli sulla lingua.
Perché va detto a chiare lettere che l’azione individuale non
serve a nulla. Ci vuole l’impegno collettivo. POLITICO.
P O L I T I C O !!!!
(ecco: io detesto le maiuscole e i punti esclamativi nello
scritto perché mi sembrano eccessivi. Solo in alcuni casi li uso. Questo è uno
di quelli. Per dire che la parola “politico” la sto urlando con quanta forza mi
rimane in petto alla mia età).
Io credo che sia tu sia il tuo amico che siete stati in
contraddittorio su questo argomento abbiate una parte di verità e una parte di
errore. Lo sforzo che dovete fare è quello di riconoscere il fine ultimo cui
siete entrambi certamente orientati e fare lotta comune. E parlo di voi due
come dovrei parlare di gruppi di studenti, di corsi di laurea, di disoccupati,
di esodati, di operai in cassa integrazione, di imprenditori che si uccidono,
di commercianti che chiudono, gente disperata. Questa disperazione, questa
rabbia vanno organizzati in una lotta politica.
Sì la parola da riconquistare è la politica. Come urlavo un
attimo fa.
E lo si deve fare con tutti quelli che hanno la stessa insoddisfazione.
Ad esempio: se i grillini avessero dato la fiducia a un governo
Bersani, per peso di voti, avrebbero avuto la metà dei ministri. Bersani ci sarebbe
stato per fare il governo.
E che cosa avrebbe significato, oggi, per l’Italia avere la metà
dei ministri grillini, giovani, liberi e onesti? Ti immagini un ministro
dell’interno o uno del tesoro con le idee dei giovani? O addirittura un
ministro del lavoro? Un ministro del lavoro giovane, intelligente, motivato,
che capisce quello che Landini va dicendo da una vita? Avresti mai idea di che
cosa sarebbe successo nei prossimi due anni?
CAZZO!! (altro urlo)
Mi viene di fare con Grillo come lui ha sempre fatto dal palco,
i vaffa day. Se ne dovrebbe lui andare lì. O è cretino o lo guardo con
sospetto, molto ma molto sospetto!
E secondo te l’azione politica complessiva di un governo per
metà grillino e metà democratico sarebbe stata giusta o sbagliata? La valutazione
di quello che è successo nel nominre i presidenti di camera e senato l’abbiam
fatta o no? Era il primo segnale delle reali possibilità chee si aprivano per
questo paese.
GRILLO MAVAF… (e il minimo che gli posso dire)
Ecco perché mi sono reso conto che Grillo o è sciocco o è in mala fede. Si mette nella politica ma sta
contro. Non mi pare che sia sciocco, allora a meno che non ci sia un'altra alternativa è in mala fede?
Torniamo al nostro discorso. Il vero compito che tu, il tuo amico del
contraddittorio, i tuoi colleghi universitari, è quello di TORNARE A DISCUTERE
nelle sedi Universitarie di politica e
dello Stato. Di come lo volete, di come lo immaginate, di quali devono essere
le azioni per la povera gente, di quale dev’essere l’impegno internazionale.
Ti immagini, tanto per palare di Europa, che cosa si sarebbe
smosso a livello europeo se il delegato per l’Italia avesse cominciato a
parlare di Banca Centrale, di moneta che dev’essere sotto la sovranità
nazionale (o europea) e non acquistata come succede oggi dai privati? Perché la
Banca Centrale è privata.
L’impegno è la conoscenza, lo studio approfondito del
funzionamento delle istituzioni.
Altro che Grande Fratello,
Xfactor, Amici e le altre stronzate berlusconiane fatte per addormentare le
coscienze dei giovani (e ci sono riusciti se le cose stanno come sembra)
E’ capire, al contrario del commerciante che ha fatto un gesto
coraggioso ma avventato, che lo Stato è
una conquista di tutti.
Che lo Stato è la struttura che permette la democrazia, quella
che ci dà il diritto di parola, di studio, di religione e di libertà. E
che se la sovranità nazionale viene meno – come di fatto oggi accade in Europa
– chi ci perde sono tutti i cittadini, cioè siamo NOI.
In questo il tuo amico ha ragione quando pretende il rispetto
per le leggi, a qualsiasi costo.
Ma ha torto quando non capisce la tua passione politica e la tua
rabbia.
La domanda è: dovete ancora continuare a essere in conflitto o
elaborare una strategia comune per sconfiggere gli infingardi che si sono
infilati nei posti di comando per i propri interessi personali?
La domanda, come puoi ben capire, ha una sola risposta.
Bisogna fare fronte comune contro i delinquenti e gli inetti.
Farla riconquistando lo spazio della politica. Quello che in questo momento i
grillini non fanno, lasciandoci nella merda.
Non so se la mia risposta ti ha soddisfatto. Ma è così che la
penso, condivido la tua passione ma devo ragionare, elaborare politica, in
tutta la dignità antica di questa parola.
Grazie di cuore per la tua passione, il tuo impegno e la tua
voglia di cambiamento. Trasmetti tutte queste cose agli altri. Parla, discuti,
dibatti, contraddici, sostieni le tue idee, lotta e vinci.
E grazie per la tua stima. Ognuno di noi ne ha un disperato bisogno.
Un caro saluto