di Maurizio Zenga
Dopo aver letto con attenzione lo scritto di Maria Grazia e i commenti successivi, mi permetto di aggiungere una breve considerazione personale alla discussione e una esortazione finale rivolte a Maria Grazia.
Premetto che la mia età e la mia esperienza lavorativa mi
consentono di fare alcune deduzioni di carattere generale che confermano in
parte le sue considerazioni.
Nulla è cambiato sotto il cielo di questo sventurato paese da quando, studente di Architettura nel
1975, rimasi affascinato dalla passione con la quale un giovane assistente
affrontava la platea degli studenti della Facoltà di Napoli, trasmettendo
quella forza delle idee che ancora oggi
distingue i suoi scritti e le sue
opere grafiche ma anche deluso dalla
mortificazione che le stesse idee espresse con convinzione al limite della
veemenza, da me completamente condivise, dovevano costantemente subire grazie ad un sistema di
potere che ha estromesso, emarginato, umiliato le forze migliori del nostro
apparato scolastico, dalla scuola dell’obbligo fino all’Università, da
quell’epoca lontana fino ad oggi.
Parlo ovviamente di Giacomo Ricci architetto e studioso,
artista e libero pensatore della cui amicizia mi onoro e a cui la mia vita di
studente e poi di architetto mancato, di insegnante ma anche di grafico e di
creativo, deve molto.
Perché parlo di Giacomo, commentando lo sfogo di M.G.?
Perché le cose che dice lei sono le stesse che avrei detto io quasi
quarant’anni fa, le stesse che con Giacomo abbiamo discusso mille volte. Nulla è
cambiato, come dicevo, perché a nessuno interessa realmente che nelle nostre
scuole e nelle nostre Università si insegnino cose che poi possano essere
applicate coerentemente e utilmente nella realtà del lavoro quotidiano.
Tuttavia, la presenza in questo desolato panorama culturale, di persone capaci
di stimolare una riflessione, una discussione, in grado di ascoltare,
approfondire, commentare, progettare ciò
che potrebbe essere questo paese se ci fosse consentito di contribuire, per ciò
che siamo capaci, realmente alla sua crescita culturale, economica, politica,
sociale ecc. ci fa bene e ci dà forza sufficiente per resistere e sperare.
Ognuno di noi Maria Grazia è una piccola stella di un
firmamento straordinariamente complesso che può brillare di una luce propria e
costituire una guida nello spazio buio e profondo del nulla nel quale siamo immersi tutti. Io cerco di
fare con i miei alunni oggi ciò che Giacomo ha fatto per me nei lontani anni
’70 ( sono architetto ma insegno nella scuola media ). Cerco di essere un
esempio e uno stimolo per pensare e parlo, gioco, disegno, suono, canto,
dipingo, rido, piango, mi commuovo, mi arrabbio, strillo, mi prendo in giro e
godo dei momenti di sincera comunicazione, quando si realizzano, tra me e
questi poveri ragazzi privi di qualsiasi struttura, ignoranti come mai se ne
sono visti sul pianeta, insensibili, violenti ma anche ingenui e generosi,
pieni di speranze mal riposte, vivo il mio lavoro e la mia vita non pensando
più al mio ruolo professionale ai miei
studi ai destini del mondo e dell’architettura ma semplicemente al bene,
piccolo piccolo, che posso fare al mio prossimo ( nel mio caso in primis i miei
alunni ) con una parola o un’azione che stimoli un cambiamento, uno sviluppo
positivo, una speranza. Per questo mi servo di tutte le mie competenze
professionali e di tutte le mie risorse creative che nel tempo ho affinato e
rafforzato e sarò sempre grato a chi, nel mio percorso formativo mi ha dato
generosamente e senza infingimenti una parte di sé e del proprio sapere.
Non mi importa nulla dell’Architettura, e del fatto che io non posso svolgere il
ruolo professionale per cui ho tanto studiato e
speso energie perché, come tutto il resto, sarà macinata da questa
terribile macchina mangiatutto che è diventata la politica, la finanza, il
mercato globale. Mi interessa solo chi sono e cosa posso fare per trasmettere
ad altri quello che ho capito e quello che so fare, grazie anche al mio
percorso di studi, che non rinnego e che rifarei pur di rincontrare le stesse
persone e le stesse esperienze che oggi
mi consentono di dirti che hai ragione ma che puoi fregartene delle difficoltà
e delle frustrazioni perché si può essere estremamente utili al mondo e a se
stessi e raggiungere la felicità anche coltivando le olive e producendo olio come
solo i grandi architetti sanno fare…
Prova ne sia il fatto che Giacomo, uno dei migliori
intellettuali di questo paese, grazie alla sua formazione e alla sua
straordinaria creatività, ci delizia certamente con i suoi scritti, i suoi
disegni e le sue interessanti
riflessioni ma anche, e direi
soprattutto, con i prodotti del suo
fantastico orto a strapiombo sul mare più bello del mondo…
Resisti Maria Grazia e se un giorno, magari un geometra , ti
dovesse chiedere di pulirgli le scarpe oltre che gli occhiali e ti dovesse
uscire per l’esasperazione una esclamazione del tipo: “piuttosto vado a zappare
la terra!” Ascolta un vecchio collega…
Vacci.