di Giacomo Ricci
Parte prima
Le cose di cui tutti parlano come
l’avvelenamento di aree di enormi proporzioni e la tragedia dei migranti che
muoiono in mare m’impediscono di pensare liberamente.
Opprimono la mia mente.
E anche il mio lavoro di
scrittore.
Mi sembra ridicolo proseguire
nell’inventare un altro giallo, quando la realtà è così nera.
Una domanda mi gira ossessiva per
la testa ed è questa:
«Si può ancora pensare a una vita
“moderna” senza rifiuti tossici che avvelenino il nostro pianeta?».
Una domanda semplice che viene
spontanea osservando i disastri assoluti che ci circondano causati dalla nostra
“civiltà”.
La risposta è difficile, forse
impossibile, perché presuppone di eliminare in maniera radicale una serie di
fattori ingombranti che si sono piazzati nella nostra vita e non sappiamo come
fare a eliminare.
Provo qui a farne l’elenco:
1. La vita intesa prevalentemente (se
non solo) come guadagno economico. Ovvero il denaro è l’unica divinità ammessa
nel mondo moderno. Assoluta e totalizzante.
2. La produzione industriale come via
prevalente al guadagno.
3. Non calcolare tutto il resto.
Compresi i rifiuti del processo industriale. Taranto, la terra dei fuochi,
l’avvelenamento del mare, l’effetto serra e così via.
4. L’aver legato il guadagno di ognuno (dai più
grandi ai più piccoli, dal più grande capitalista al più povero dei migranti)
alla produzione industriale. Tutto, ma proprio tutto ne segue tendenzialmente
la logica.
5. L’alterazione degli equilibri
chimici raggiunti nei processi naturali nell’intero ciclo evolutivo del pianeta
in svariati milioni di anni, in poco meno di cento, centocinquant’anni.
6. L’abbandono totale della
produzione tradizionale artigianale-contadina di tutta la storia dell’uomo (gli
ultimi cinquemila-diecimila anni).
7. La spirale produzione-merce-vendita-guadagno-consumo-produzione,
quello che più sinteticamente definiamo Ciclo del Consumo.
8. L’economia reale =
produzione-merce-vendita-consumo
9. L’economia finanziaria =
astrazione dove il guadagno deriva e sovverte l’economia reale. Il grano non è
più merce ma prodotto finanziario (?). Il punto interrogativo non è che non
comprendiamo l’operazione ma è per sottolinearne l’assurdità logica.
10.
La
morale cinica basata sull’intensificazione della vita nervosa.
L’intensificazione è dovuta agli stimoli sempre più forti per indurre il
bisogno “fisiologico” dei prodotti (un cellulare come protesi indispensabile
alla vita: come faresti senza?). Ogni messaggio diventa più forte per
distinguersi nel rumore di fondo di tutti. Il bombardamento continuo azzera la
capacità emotiva del singolo e lo porta al cinismo e al disincanto.
11.
Il
distacco tra denaro e morale.
12.
Il
ciclo politica-delinquenza-produzione come sintesi inevitabile del meccanismo
di produzione. (La terra dei fuochi). Dunque l’avvelenamento di territori sempre
più vasti non è una scelta scellerata ma inevitabile e il connubio di cui sopra
l’unico consentito nell’apparato dello stato “moderno” tardocapitalistico.
Questo è ora sotto gli occhi di tutti. Saviano lo descrisse a suo tempo in
maniera efficace.
Parte Seconda
Su queste basi che precedono quale
romanzo potrei mai scrivere? La realtà ha superato la peggiore e più virulenta
fantasia noir-fantascientifica. Allora il romanzo che vorrei scrivere (che mi
piacerebbe tutti scrivessimo) potrebbe essere articolato nei seguenti punti:
A)
In
un lontano futuro l’umanità (quello che ne resta) studia questo periodo storico degli inizi del
terzo millennio e le sue interne contraddizioni.
B)
Si
ricostruisce la via di fuga che gli
uomini inventarono per mettere fine a questa spirale delinquenziale-depravata
del grande capitale.
C)
Il
primo atto di ribellione dell’umanità al dominio scellerato del grande capitale
fu quello della cosiddetta “Rivolta degli avvelenati”.
D)
Cominciò
per caso a AXXXXX. Un uomo aveva perduto di cancro la moglie e i suoi due figli
piccolissimi. Anche lui era prossimo alla fine. Aveva raccolto tutte le sue
energie residue. Erano al funerale dei suoi cari. Vide, mentre era dietro ai
feretri, un uomo che s’era arricchito
sui rifiuti tossici. Fu come un lampo: il dolore si trasformò in odio. Uscì
calmo dal corteo. Gli si avvicinò. Tutti guardavano in silenzio. Fece per
tendergli la mano. Quello sospettoso tese la sua. Ma gli conveniva accettare
quella stretta. Il gesto lo scagionava agli occhi di tutti. Ma rapido l’uomo
ritirò la sua mano e cacciò di tasca il
suo coltello per il pane e lo piantò dritto nel cuore del delinquente con tutta
la forza che ancora gli rimaneva.
E)
Il
coltello entrò senza tante difficoltà. L’altro cadde a terra senza un lamento.
Con gli occhi sbarrati dalla meraviglia e dal dolore. I suoi guardiaspalle
cacciarono i revolver. Fecero per sparare.
F)
Ma
la folla del funerale sorse come un sol uomo. Saltarono in tantissimi addosso
ai due. Li afferrarono. Li spogliarono. Li percossero con le scarpe che si
tolsero dai piedi, con le borsette, con le cinghie dei pantaloni, a graffi, a
morsi, a pizzichi, a pugni, a schiaffoni, torcendo le braccia dietro la schiena
fino a spezzarle. La folla su di loro si accalcò come in un formicaio le formiche
sulle carcasse di due scarafaggi. Urla, imprecazioni, sangue che schizzava via.
Membra volarono intorno. Di loro in pochi minuti non rimase più nulla di
connesso. Pezzi sparpagliati in giro. Escrementi, budella sfibrate, muscoli
dilaniati, teste spaccate. Fecero la stessa fine dell’eletto Starace durante i
moti napoletani del maggio 1585.
G)
Fu
il segnale. Da lì la rivolta guadagnò le strade, le piazze della città di
AXXXXX. Tutti si diressero verso la casa dei delinquenti riconosciuti e
acclarati. Fu in breve una strage.
H)
La
rivolta dilagò da AXXXXX a tutti i paesi della provincia, nelle cittadine di BXXXXX,
CXXXXX, MXXXXX.
I)
Come
una macchia d’olio dalla provincia di CXXXXXX a quella di Napoli a quella di
Salerno.
J)
E
poi più su, Avellino, Benevento, Isernia, Campobasso, Centro Italia, Italia del
Nord e del Sud. La notizia si diffuse in un baleno e semplici e spontanee
scoppiarono le rivolte, feroci, implacabili, assolute. In due giorni l’Italia
fu rivoltata come un guanto. Incendi, smembramenti, dilaniamenti. Fu fatta
piazza pulita. Affanculo tutti gli oppressori.
K)
Furono
i giorni dei roghi. Al fuoco tutte le case dei delinquenti, dei politici
collusi, degli imprenditori infami.
L)
E
dall’Italia la protesta corse per l’Europa, la Russia, l’Asia e poi le
Americhe.
M)
In
breve il mondo fu liberato dal capitale.
N)
Il
capitalismo fu eliminato come idea con tutte le sue perversioni morali.
O)
Si
ritornò in breve tempo a un’economia agricolo-artigianale.
P)
Si
ebbe un enorme sviluppo della cultura. Gli uomini lavoravano e dopo, sereni e felici con i
figli, con le mogli, si sedevano accanto al fuoco, al tramonto, e raccontavano
le storie dei loro avi, le filosofie degli antichi greci, la loro visione del
mondo, il loro modo d’intendere le questioni dell’umanità e dei loro amici
animali.
Q)
Si
rivitalizzarono tutti i piccoli centri abbandonati, svuotati dall’emigrazione.
I piccoli paesi sulle colline vissero di nuovo, le vecchie mura furono trasformate in luogo di coltivazione
per capperi, prezzemolo e finocchietto.
R)
Fu
abolita l’intera cultura scolastico-universitaria e i suoi rappresentati
corrotti e ignoranti. Si videro rettori in fuga, magnifici ridotti allo stremo,
senati accademici dispersi, professori di ogni ordine e grado, quando erano incapaci nel loro mestiere ma solo corrotti e mestieranti, ridotti alla fame. Come era
giusto che fosse.
S)
Si
rifondarono le università medievali dei clerici vagantes. Monaci che avevano il
compito di conservare le grandi biblioteche composte di libri di carta e
sviluppare la grande biblioteca universale digitale in tutte le lingue di tutto
il genere umano cui ognuno poteva attingere con semplicità e naturalezza. Monaci che insegnavano per passione.
T)
Ci
si avviò verso la società “moderna” della fine del Tremila.
U)
Tutte
le opere d’arte dei musei vennero spiegate ai bambini che le trovarono belle e,
d’altro canto, i fanciulli le capirono
subito senza bisogno di spiegazioni. Di fronte alla Madonna con il cardellino di Raffaello, al Compianto
sul Cristo morto di Giotto, al Trionfo della
primavera di Botticelli o alla Flagellazione di Caravaggio non c’era bisogno di alcuna spiegazione. La bellezza ha sempre parlato da
sola. Fu così che i critici inutili, in cerca di gloria ingiustificata e basata
su linguaggi incomprensibili (nemmeno a loro stessi) vennero banditi dalla
società civile degli uomini.
V)
Ed
è questo senso della cultura e della vita quella che oggi permette all’uomo di
sopravviver in pace con tutte le creature della terra
W)
Fine
della storia. Fine delle guerre, fine delle controversie. Non ci fu più bisogno
del petrolio e gli sceicchi furono costretti ad andare a lavorare. Anche loro. Molti fecero i camerieri. Alcuni gli sguatteri e i lavacessi. Altri, avviliti per la perdita dell'immenso potere accumulato, diventarono barboni e si diedero all'alcol.
Il vento, il
sole e l’acqua diedero tutta l’energia di cui l’uomo aveva bisogno. E poi per i
lavori di campo c’erano gli asini con la loro grande pazienza e gli occhi
buoni.
X)
Ognuno
visse in pace con il suo vicino e i suoi simili.
Y)
Ognuno
si fece i cazzi suoi.
Z)
Ognuno
non volle più accumulare perché l’accumulazione non scongiurava la morte.
Si scoprì che la morte, in quanto fatto naturale,
non era la fine ma il riciclo della vita e che ognuno vi ritornava in pace e
sotto forma di altre specie viventi.