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ebook di ArchigraficA

sabato 8 novembre 2014

La semplice arte del delitto


Ho rintracciato on-line e tradotto uno dei saggi più importanti sulla letteratura gialla scritto da Raymond Chandler, uno dei maestri del noir americano degli anni Cinquanta. Mi sembra che valga la pena rileggerlo. Ci sono moltissimi spunti di grande attualità per comprendere le strategie delle case editrici, la vera funzione dei critici letterari e dei premi e la governance del mercato. 
G.R.


Raymond Chandler


La semplice arte del delitto
The Simple Art of Murder (1950)
di Raymond Chandler


Il destino della fiction in qualsiasi sua forma è sempre quello di avere un aspetto realistico. Romanzi di vecchia data, che ora ci appaiono in uno stile artificioso e ridondanti al limite del grottesco, non erano percepiti in questo modo dai loro lettori originari.
Scrittori come Fielding e Smollet possono apparire realistici a noi lettori moderni perché  si occupavano di personaggi disinibiti, la maggior parte dei quali era più avanti della polizia. Ma lo stile di Jane Austen, che descriveva persone inibite sullo sfondo di un perbenismo campagnolo, sembra abbastanza realistico sotto il profilo psicologico.  Essi posseggono in gran parte lipocrisia sociale ed emotiva che è in circolazione al giorno doggi.
Basta aggiungervi una buona dose di presunzione intellettuale ed ecco latmosfera tipica contemporanea tra il serio e il faceto che si respira nei gruppi di discussione di piccoli club.

Questi sono i tipi che determinano un best-seller, promosso da uno snobismo di moda, accompagnato con furbizia dalle foche ammaestrate della critica e curato da gruppi di opinione potenti, il cui bussiness è la vendita dei libri, anche se pretendono di fare tutto in nome della cultura. Basta che siate un po in ritardo coi vostri pagamenti per scoprire di quale razza di idealisti si tratti.
[1] 
La detective-story per tutta una serie di motivi può raramente essere promossa sul piano etico. Di solito vi si tratta di omicidio e quindi manca qualsiasi elemento di elevazione morale. Lomicidio, che è una frustrazione dellindividuo e, dunque, tale anche nel testo, può possedere, e di fatto lo ha, una forte implicazione di tipo sociologico. Ma se n’è fatto uso troppo al lungo per fare notizia.
Se il romanzo giallo è completamente realistico (e lo è molto di rado) è scritto con un certo distacco, altrimenti nessuno, se non un psicopatico, si metterebbe a scriverlo o a leggerlo.
Il romanzo basato sul delitto possiede anche un modo molto sciatto di badare al proprio bussiness, risolvere i suoi problemi e rispondere alle domande che pone. Non vi è proprio nulla su cui discutere se non sul fatto se sia abbastanza ben scritto per essere una discreta opera di narrativa. Ma in ogni caso le persone che lo acquistano anche in mezzo milione di copie non saprebbero rispondere. La messa a fuoco della sua qualità di scrittura è abbastanza difficile anche per chi è addetto ai lavori, che non vi prestano  troppa attenzione e si limitano soltanto alle questioni proprie della prevendita.
Il romanzo poliziesco (forse avrei fatto meglio a definirlo in questo modo, dal momento che la formula inglese domina ancora il commercio) deve acquisire il suo pubblico attraverso un lento processo di distillazione.
Da che cosa questo sia determinato e perché sia perseguito con tanto accanimento sono motivazioni per uno studio per menti molto più pazienti della mia. Né daltro canto voglio sostenere che si tratti di una forma vitale e significativa di arte. Non esistono forme vitali e significative di arte, c’è solo larte e anche ben poco di questa in giro. La crescita della popolazione non ha aumentato in alcun modo la quantità di copie ma solo la perizia con cui esse possono essere prodotte e confezionate.
Eppure una detective-story, nella sua forma tradizionale, è difficile da scrivere bene. Buoni esempi artigianali ben fatti sono più rari dei buoni romanzieri seri.  Si tratta piuttosto di articoli di seconda categoria che sopravvivono nella narrativa di largo consumo veloce e un gran numero di prodotti che non avrebbero mai dovuto veder la luce semplicemente si rifiutano di morire. Sono durevoli allo stesso modo delle statue dozzinali dei parchi pubblici. Si tratta di un fenomeno molto fastidioso per le persone dotate di buon senso. Non fa piacere che importanti e acute  opere narrative  prodotte qualche anno addietro siano relegate in uno scaffale speciale  di biblioteca, contrassegnato come Best-sellers di una volta, dove solo un cliente miope si sofferma e poi scappa via, mentre tante vecchie signore fanno la ressa allo scaffale del Mistery per afferrare qualche libro della stessa annata con un titolo del tipo Il caso del  triplo assassinio dellOrchidea o Lispettore Pinchbottle alla riscossa [Mi sembra assai chiaro il riferimento al Poirot di Agatha Christie].
Non fa piacere che i libri veramente importanti si ricoprano di polvere sul bancone delle ristampe mentre La morte veste in giallo è presente in tutte le edicole del paese in cinquanta o centomila copie. E non è lì solo per dire ciao.
A dire la verità non mi piaccio molto nemmeno io stesso. Nei miei momenti meno tormentati scrivo troppi romanzi gialli, e tutta questa immortalità si riduce solo a un fatto di concorrenza. Anche Einstein non sarebbe potuto andare molto lontano se si fossero pubblicati 300 trattati di fisica superiore allanno e diverse migliaia di altri fossero stati, in un modo o nellaltro, in circolazione e tutti avessero letto troppo.
Hemingway dice da qualche parte  che un valente scrittore è in competizione solo con i morti. Un valente scrittore di detective-story  (ce ne deve essere qualcuno dopo tutto) è in concorrenza non soltanto con tutti i morti insepolti ma anche con tutte le schiere dei viventi. Perché  una delle peculiarità di questo tipo di scrittura è che non passano mai di moda.  Anche se le caratteristiche di un buon protagonista sono un po fuori fase e un buon ispettore in grigio possa arrivare in un calesse piuttosto che in una berlina veloce con la sirena a tutto spiano. Egli quando arriva fa le stesse cose, gira con orari in mano, con pezzi di carta per appunti, calpestando prati fioriti sotto la finestra di una biblioteca.
Ho, comunque, in materia un interesse meno sordido. Mi sembra che la produzione di racconti polizieschi su una scala così grande, da parte di scrittori che si accontentano di una misera ricompensa e che manifestano un bisogno di gratificazione critica praticamente nullo, non sarebbe consentita a tutti, senza talento.
In questo senso il sopracciglio sollevato di un critico e il mercato scadente delleditore sembrano perfettamente logici.  Una storia poliziesca di valore medio probabilmente non è di peggiore qualità di un corrispondente romanzo di valor medio. Ma un romanzo mediocre non si vede in giro perché nessuno lo pubblica. Al contrario di quanto accade con una storia poliziesca di scarso valore. Non solo la si pubblica ma è venduta anche in piccole quantità nelle piccole librerie e viene letta. Vi sono anche delle persone ottimiste  che lacquistano ad un prezzo medio di due collari perché il testo appare nuovo, fresco e vi è la foto di un cadavere in copertina. E La cosa strana è che questo prodotto invece di essere definito mediocre, stupido, fuori da qualsiasi contatto con la realtà, meccanico, di fatto non è molto diverso da quelli che vengono ritenuti dei veri e propri capolavori darte. Si muove un po più lentamente, il dialogo è un po più spento, il cartoncino sul quale vengono disegnati i personaggi è sottile come unombra, e lintreccio un po più evidente, ma si tratta alla fine dello stesso tipo di libro.
Considerando che un buon romanzo non è affatto la stessa cosa che un pessimo romanzo. Si tratta insomma di due cose completamente diverse. Ma una buona detective-story e un romanzo poliziesco brutto sono praticamente la stessa cosa. La differenza è ben poca cosa. Ci sono dei motivi per questo, ci sono sempre.
Suppongo che il dilemma principale del romanzo tradizionale o classico o deduttivo, o di deduzione logica, sia che lapproccio alla perfezione richieda una tale combinazione di qualità che non si ritrovano nella stessa mente.  Colui che costruisce a sangue freddo una trama non riesce poi a dare spessore ai suoi personaggi, a produrre dei dialoghi taglienti e un tal senso di osservazione dei particolari e loro uso.  Colui che segue la logica mostra latmosfera triste di un tavolo da disegno. Linvestigatore scientifico ha un bel laboratorio nuovo, tirato a lucido, ma, con dispiacere, non riesco a ricordarne il volto.
Il tizio che riesce a scrivere una prosa vivida e smagliante non ci tiene ad impegnarsi nel lavoro di costruzione di un alibi inoppugnabile. Colui che si occupa di conoscenze astruse vive in unaura fatata e lontana dal mondo. Se insomma si sa tutto quello che c’è da sapere  sulle ceramiche e i bassorilievi egiziani, non si sa nulla della polizia. Se si sa che il platino non fonderà a circa 2800 gradi F, ma che si scioglie a vista docchio se collocato accanto a una baretta di piombo, non si sa come gli uomini nel ventesimo secolo usano fare allamore. E se si conosce abbastanza bene lelegante passeggiata della Riviera prima della guerra per supportare la storia di un ocale che ci appartiene, non si sa che un paio di capsule di barbital non sono non soltanto in grado di uccidere un uomo, ma neanche metterlo a dormire.
Ogni scrittore di detective-story commette degli errori, e nessuno saprà mai quanto. Conan Doyle ha commesso degli errori che mettono in crisi completamente alcune sue storie, ma era un pioniere, e Sherlock Holmes, alla fine è uninvenzione con poche decine di righe di dialogo indimenticabili.
E il principale creatore di quella che Howard Haycraft (nel suo libro Murder for Pleasure) chiama letà delloro della narrativa poliziesca. Questa realtà non è lontana.  Per Haycraft essa ha inizio dpo la prima guerra mondiale e durea circa fino al 1930.  Di fatto ci siamo ancora dentro. I due terzi o i tre quarti di tutti i romanzi polizieschi pubblicati ancora aderiscono alle formule che i pionieri hanno creato, perfezionato, tirato a lucido e venduto al mondo intero come problemi di logica deduzione.
Queste parole sono dure, ma non ci devono spaventare. Si tratta solo di parole.
Doiamo uno sguardo, ora, ad una delle storie della letteratura, un capolavoro riconosciuto dellarte di ingannare il lettore senza ricorrere a trucchi o bari.  Il suo titolo è The Mistery House, scritto da A.A. Milne, ed è stato indicato da Alexander Woolcott (un uomo facile allenfasi) uno dei tre migliori racconti di mistero di tutti i tempi.  Parole di questa portata non si pronunciano con leggerezza. Il libro è stato pubblicato nel 1922, ma è abbastanza fuori dal tempo, potrebbe essere stato pubblicato anche nel luglio del 1939 o, con alcune lievi modifiche, nella scorsa settimana.
Vantava tredici edizioni e sembra che sia  stato in stampa, della sua veste originale, per circa sedici anni. Si tratta di un libro gradevole, leggero, divertente in stile Punch, scritto con una scorrevolezza che trae in inganno  perché non è così semplice come sembra.
Vi si tratta della presentazione di Mark Ablett ai suoi amici di suo fratello Robert. Ma si tratta di una beffa.
Mark è proprietario della Casa Rossa, una tipica casa di campagna inglese. Ha anche un segretario  che lo incoraggia e lo aiuta in questa rappresentazione, perché sta per ucciderlo. Nessuno dei vicini della Casa Rossa ha mai visto Robert che è stato per quindici anni assente, in Australia, conosciuto come un poco di buono. Si parla di una lettera di Robert che però non è mai mostrata. In questa egli annuncia il suo arrivo e Mark dice che non sarà un incontro piacevole.
Un pomeriggio un tipo che si dice essere Robert arriva, si presenta ad un  paio di servitori, viene fatto entrare nello studio. Mark, secondo quanto poi viene testimoniato nellinchiesta, entra nella stanza dopo di lui.
Robert poi viene trovato disteso sul pavimento, morto, con un proiettile conficcato nel volto e Mark sembra essere svanito nel nulla.  Arriva la polizia, sospetta che Mark sia lassassino, rimuove il corpo e procede con lindagine e, poi, con linchiesta.
Milne si rende conto di aver creato un enigma molto difficile e cerca, come meglio può, di venirne a capo. Nel momento che il segretario sta per uccidere Mark, una volta che si è fatto passare per Robert, deve continuare con la sua finzione e ingannare la polizia.  Daltro canto, visto che tutti i vicini della Casa Rossa conoscono molto bene Mark, si rende necessario un travestimento. Lottiene radendo la barba di Marco, rendendo le mani più ruvide (un testimone afferma che non sono le mani curate di un gentiluomo) e luso di una voce burbera e modi grezzi. Ma tutto questo non è sufficiente. I poliziotti indagheranno sul corpo, sui suoi abiti e su tutto quello che troveranno nelle tasche. Quindi nessuna di queste cose deve far sospettare che si tratti di Mark.  Milne si mette in moto per mettere nascondere il fatto che Mark sia un artista presuntuoso e si occupa di camuffare  la sua biancheria intima e le calze (dalle quali ha provveduto a togliere le etichette). Se il lettore si berrà questo trucco (e il record di vendite ci fa capire che lo fa) Milne si rende conto che si tratta di un buon trucco.
Ma il racconto nella sua struttura si mostra come un problema di logica e deduzione. Se non si tratta di questo, il suo valore si riduce a zero.  Non è data altra eventualità. Se la situazione è falsa, il racconto non può essere paragonato nemmeno a una novella leggera, perché non ha una storia degna di un prodotto di tal genere. Se insomma tutto il racconto non contiene elementi di verità e plausibilità, non sta in piedi. Se la logica è falsata non c’è nulla da dedurre. Se la struttura è poco credibile il compito del lettore in qualche modo viene meno. Quindi tutto si risolve in una frode.  Non si tratta di una frode deliberata, perché Milne non lavrebbe scritto se se ne fosse reso conto.  Lui è semplicemente contro una serie di espedienti realistici che non considera ancora come tali. Né, a quanto pare, ne tiene conto il lettore che segue la storia e la prende per come è.  Ma il lettore non è tenuto a conoscere i fatti reali, è lautore che è lesperto. Ecco tutto quello che questo autore ignora:
1.Il coroner ha il diritto di indagine sul corpo che gli viene sottoposto per identificarlo sotto il profilo legale. Un medico legale, in una grande città, è chiamato ad indagare su un corpo che non può essere identificato, se lindagine su questo corpo deve stabilire le causxe della morte (incendio, disastro, prove che si tratti di un omicidio, ecc.). MOtivi che esistono in questo caso e non vi è nessuno che possa identificare il corpo. Un paio di testimoni hanno detto che si tratta di Robert Ablett. Ma si tratta solo una unaffermazione presunta, e diventa influente solo se confermata dallesperienza. Lidentificazione è un presupposto di tutta linchiesta.  Anche se morto un uomo ha il diritto ad essere identificato. Il coroner dovrà, fin quando sia possibile, far rispettare questo diritto.  Trascurarlo sarebbe una violazione del suo dovere.
2.   Visto che Mark Ablett, assente e sospettato di omicidio, non è in grado di difendersi, e così tutti i suoi movimenti prima e dopo lomicidio (compreso il fatto se abbia con sé i soldi per poter scappare via) sono di vitale importanza. Eppure tutte queste prove sono fornite dalluomo più vicino allomicidio (il segretario) sono prive di qualsiasi conferma.  Si sospetta di Mark in maniera automatica fino al reperimento di una priva vera.
3.   La polizia  riscontra, da prove dirette, che Robert Albett non èp stato riconosciuto da nessuno. Qualcuno che lo abbia conosciuto in origine ci deve pur essere. Nessuna di queste persone viene coinvolta nelle indagini. (La storia sarebbe andata in crisi).
4.   La polizia comprende che nella visita di Robert comporta elementi di minaccia e che egli sia collegato con lomicidio. Eppure non fanno alcun tentativo per indagare su Robert in Australia, se avesse qualcosa in quel paese, dei soci o quando sia giunto in Inghilterra e se in compagnia di qualcuno. (Se lo facessero scoprirebbero che Robert è morto da tre anni).
5.   IL chirurgo della polizia esamina il cadavere con la barba rasata di recente (che manifesta chiaramente la sua mancanza di esposizione al sole), le mani irruvidite artificialmente ma, contemporaneamente, il corpo di un uomo abituato a vivere da ricco nellagiatezza, da tempo abituato a vivere in un clima freddo. Robert al contrario è un individuo che vive in condizioni diverse, per quindici anni in Australia. E del tutto improbabile che il chirurgo non si accorga di queste differenze.
6.   Gli abiti senza nome, con le etichette rimosse. Eppure luomo che li indossa ha unidentità riconosciuta. Il sospetto che non si tratti  chi si dice sia è davvero fortissimo. Nulla di ciò viene rilevato. E non è nemmena mai accennato come cosa importantre.
7.Un uomo manca nel posto dove abitualmente risiede. E un corpo allobitorio gli somiglia maledettamente. E impossibile ammettere che la polizia escluda subito che luomo sparito non sia il cadavere. Niente sarebbe più semplice da dimostrare. Ed è incredibile che  nessuno ci pensi. Tutti gli esponenti della polizia ci fanno una figura da idioti, mentre un dilettante intraprendente riesce a imporre una soluzione sfacciatamente falsa. Il detective in questo caso è un signorotto che si chiama Antony Gillingham, un bravo ragazzo dallo sguardo vivace che vive in un appartamento accogliente e arioso in Londra. Non si tratta di uno che ci vuole guadagnare ma è sempre disponibile se qualche gendarme locale perde il suo blocco notes. La polizioa londinese sembra sopportare la sua ingerenza  con la solita compassatezza, ma mi vengono i brivide nel pensare quello che farebbero di lui i poliziotti dellHomicide Bureau della mia città.

Ci sono anche altri esempi meno plausibili di questo che abbiamo rapidamente analizzato. In Trents last Case (spesso chiamato il romanzo poliziesco perfetto) bisogna accettare la premessa che un gigante della finanza internazionale consenta di rintracciare la propria morte in modo da mettere in difficoltà il suo segretario, e che costui quando interrogato mantenga un aristocratico silenzio. Forse per il vecchio Eonuano che è in lui. Io ho conosciuto pochi finanzieri internazionali ma penso che anche lautore di questo romanzo ne abbia conosciuti (se possibile) meno di me.  C’è un racconto di Freeman Wills Crofts (il più solido costruttore, quando non si spinge troppo in là con la fantasia) nel quale un assassino con laiuto di un trucco, in una frazione di secondo, e cn unazione molto evasiva, impersona luomo che ha giusto ucciso e così lo pone in un luogo distante dal posto del delitto. Ve n’è ancora uno di Dorothy Sayers nel quale un uomo è ucciso da solo di notte nella sua casa da un peso che cade meccanicamente che entra in funzione perché egli accende la radio proprio in quel momento e se ne sta nella stessa posizione di fronte e piega giusto sotto di esso. Un paio di centimentri a destra o a sinistra e il tizio avrebbe controllato la pioggia dallalto. Tutto ciò è volgarmente detto Avere Dio in grembo; un assassino che ha tanto bisogno dellaiuto della provvidenza è capitato nellaffare sbagliato.  E poi vi è uno schema di Agatha Christie e di Hercule Poirot, quellingegno belga che parla in una traduzione letterale come un ragazzino a scuola in francese, in cui, mandato in  giro con le sue piccole cellule grigie, mister poirot decide che nessuno atraverso il sonno avrebbe poturo commettere un omicido da solo, ma che ognuno lo abbia fatto con gli altri assieme, trasformando lintero processo in una serie di operazioni semplici, e poi assemblandole tutte assieme. Come in una maionese. Questo è il tipop che è garantito per tenere assieme la mente in un ciclo.  Solo un deficiente potrebbe indovinare.
Ci sono trame molto migliori da parte degli stessi scrittori e di altri della loro scuola. Ci può essere qualcuna da qualche parte che potrebbe reggere anche a una critica serrata. Sarebbe divertente da leggere, anche se sono dovuto tornare alla pagina 47 e rinfrescarmi la memoria a proposito di quale tempo esatto i, secondo giardiniere abbia versato il tea rosa-begonia.
Non c’è nulla di nuovo e niente di vecchio in queste storie.  Quelli che ho citato sono tutti inglesi solo perchè le autorità (critiche) (così si definiscono) sembrano avvertire che gli Inglesi hanno avuto un vantaggio in questa triste routine,  e che gli Americani (anche lautore di Philo Vance il più asinino personaggio in un racconto giallo) abbiano fatto soltanto la scuola dei dilettanti.
Questo, il classico romanzo poliziesco, non ha imparato nulla e dimenticato nulla. E la storia che troverete ogni settimana nelle grandi riviste patinate, illustrate a mano, e pagando la dovuta deferenza verso lamore virginale e il giusto tipo di beni di lusso. Forse i tempi si sono velocizzati e i dialoghi più svelti.

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