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ebook di ArchigraficA

martedì 21 agosto 2012

ArchigraficA ebook library






Una notizia di fine estate. La collana “ArchigraficA Paperback” di ebook allegati alla rivista on-line “ArchigraficA - live architecture on the web” si arricchisce, a partire da quest’estate, di una nuova raccolta di testi da leggere. 
Si tratta, in prevalenza, di testi “classici”, per così dire. Cioè di libri scritti molto tempo fa, dei quali sono scaduti i diritti d’autore e possono, finalmente, non più costretti da imposizioni editoriali, circolare liberamente. 
Noi di "ArchigraficA" crediamo fermamente nella libera diffusione della cultura e della conoscenza come uno dei pochi mezzi - se non forse l’unico - in grado di acuire le capacità intellettive degli uomini di buona volontà. 
Argomento quanto mai stringente, oggi, che di economia, spread, bonds, e altre cose di cui, noi umile massa, poco sapevamo, sembriamo destinati a morire,  proprio alla lettera. 
I suicidi di povericristi, diseredati, delusi, falliti, emarginati, esodati, licenziati, spogliati di tutto non si contano più. Entrano nella "normale" routine delle notizie solite dei TG. Dietro ognuno di quei suicidi, pensiamo, ci siamo noi che non abbiamo saputo aiutarli, intenderli, dar loro speranza. 
Alla povertà dilagante, ai derelitti che affrontano viaggi e muoiono su barconi approssimativi e delinquenziali, alla strafottente indifferenza di coloro che, a dispetto di tutto, ancora godono di posizioni di privilegio, a tutto questo sembra non esservi alcun rimedio. 
Noi siamo per un ragionevole ritorno indietro, una razionale "decrescita industriale" verso la  campagna, verso il  riequilibrio ordinato e umile della posizione dell’uomo su questa terra,  verso la solidarietà, il lavoro artigianale, la “terra promessa” come recita un libro di William Morris che, mai come ora, ci sembra un vero e proprio profeta. Parlò, in tempi che sembrano oggi lontanissimi, di un'assurdità istituzionale e logica dell'industrializzazione. Era in se stessa il male, nella sua organizzazione, nel suo essere così com'è, nella sua alienazione, nella sua assurda mancanza di significato. Sosteneva, l'utopista e socialista Morris, che l'artigianato colto e sapiente è la vera risposta dell'uomo su questa terra. Che l'industrializzazione è il "braccio armato" per così dire, del capitalismo ingordo e vorace, pronto a divorare tutto quello da cui può trarre un profitto. 
Ma, concordemente a quanto Morris aveva in mente,  l’industrializzazione è tramontata. E’ morta. Alla faccia di tutti quelli che si ostinano a rivitalizzarla. La questione dell'Ilva di Taranto è un evidente paradosso. Da un lato distrugge la salute e la natura. Dall'altro, pur se mortifera, non si può elimionare, pena la sopravvivenza di un numero enorme di famiglie. Dunque la sopravvivevza per morire. La sopravvivenza contro il significato della vita. 
Ma qual è il significato?
Questa era poi la domanda che si poneva William Morris e che, tragica, ci sta ancora di fronte. 
E' questa la vita? La vita si riduce a una sopravvivenza inutile, vuota di significato?
Gli uomini sono stati strappati da un antico senso di stare al mondo. 
Questo ripropone una certa letteratura dell'Ottocento. Stiamo pensando a Charles Dickens, allo sfruttamento del lavoro minorile nella Londra ottocentesca. La coketown, la città della morte polmonare. 
Ma quelli cui assistiamo sono gli ultimi rantoli di un sistema produttivo devastante e disumano. 
Altro che spread, economia, profitto, plusvalore. 
Ci fate caso che i termini che sembravano superati sono tutti presenti, anche se opportunamente nascosti?
Ad esempio "plusvalore". Un termine che non si usa più ma che è TERRIBILMENTE attuale. 
Anche se i conati del capitale in crisi dureranno per parecchio tempo è sotto gli occhi di tutti l'assurda e miope consistenza della visione del mondo capitalistica e dei "liberi" mercati. 
E’ l’aspetto più violento e crudele di un progetto di appropriamento del pianeta ampiamente fallimentare, come ogni giorno le morti per cancro, la devastazione delle campagne, la distruzione degli equilibri climatici, lo scioglimento dei ghiacciai stanno a dimostrare. 
Ci vorrebbe un partito con la "P" maiuscola che dei diritti degli uomini di vivere in pace facesse la sua bandiera, con intransigenza, forza, e coraggio. 
Ma non c’è. Ci sono conati disgustosi di confusioni mentali e ideologiche. Balbettii inconsistenti. Nient'altro. 
Allora ognuno può contribuire, nel suo piccolo, alla ridefinizione di un progetto umano, sostenibile, non-violento, attento agli equilibri e alla salute di tutti gli esseri viventi su questo pianeta. 
Il progetto di "ArchigraficA" è ben poca cosa rispetto a tutto ciò. 
Ma vuole contribuire alla diffusione di testi, racconti, riflessioni che sembrano tanto lontani ma che rivestono, oggi, nell’epoca del tramonto del progetto tardo-capitalistico di appropriazione della natura e degli uomini, i tratti di un’incredibile attualità.
"ArchigraficA" riproporrà alcuni classici di Matilde Serao, come, ad es., Il ventre di Napoli che, letto oggi, assume aspetti di vibrante attualità. 
Il mio cadavere di Francesco Mastriani, considerato il primo giallo napoletano e italiano, fondatore di un genere a suo modo inquietante e pieno di riferimenti morali da rileggere con la mentalità di oggi. Il tema del parricidio, immerso in un’atmosfera torbida e di bieco interesse personale, riecheggia tanti atteggiamenti dei contemporanei novelli “padroni delle ferriere”. 
E così via. "ArchigraficA" riproporrà, in questo squarcio finale di un’estate infuocata, una serie di ebook. 
Tra questi:







Matilde Serao,  La mano tagliata








Edgard Allan Poe, I delitti della rue Morgue






Matilde Serao, Il Ventre di Napoli






Francesco Mastriani,
Il mio cadavere





Presto aggiungeremo altri titoli. Buona lettura a tutti!